Il libro riporta l'esperienza vissuta dall'autrice in Guatemala, iniziata come cooperante del Gruppo per le Relazioni Transculturali (GRT) e poi proseguita a fianco delle persone che durante gli anni ha conosciuto e con le quali ha condiviso importanti momenti di vita, di lavoro e di riflessione.
Il testo introduce in un vasto mondo di esperienze e di riflessioni e prende le mosse dal modo in cui i Maya-K'iche' nominano gli aspetti della loro cultura, per sé e nel confronto con gli altri, per porsi poi le domande sui nessi che legano le pratiche mediche autoctone e la scienza medica occidentale. Come tutte le storie, anche quella della medicina è il portato di dinamiche sociali che si svolgono nel tempo e nello spazio; come tutti i saperi, anche quello medico non si diffonde per processo naturale e per osmosi ma chiama in causa rapporti di potere, guerre e paci delle armi e delle idee. Questo libro inizia a Totonicapán, una cittadina indigena maya k'iche' dell'altopiano occidentale guatemalteco e dalla sua mappa sanitaria: medici accademici, praticanti erboristi e, soprattutto, curanderos, terapeuti chiamati a servire le comunità in virtù del loro dono: è grazie a loro che il sapere della tradizione continua a rinascere e a trasformarsi. A questo canovaccio il racconto sovrappone alcune trame esemplari: l'incontro tra pratiche e saperi della medicina europea premoderna e della medicina autoctona, ricche di consonanze, che le relazioni di potere avrebbero presto reso invece inconciliabili; il farsi storico della medicina scientifica con il suo portato universalista e le sue implicazioni coloniali; le attuali politiche sanitarie internazionali, sempre in bilico tra l'astratto umanitarismo dei Diritti e la concreta violenza dell'imposizione. Da questo sovrapporsi di tracciati che visitano ambiti e tempi diversi emerge, nel racconto di un'esperienza conoscitiva ed esistenziale, il ripensamento di alcune certezze concettuali che nascondono è questa l'idea-guida di questo libro i germi della resa al potere/sapere costituiti. Il GRT nasce nel 1968 come Istituto di ricerca e sperimentazione di nuove modalità per il vivere di tutti che parevano affiorare, come fascinazione, dalle Tradizioni antiche e dai moti rivoluzionari di Paesi dell'allora 3° Mondo. Opera in Italia e all'Estero con segmenti di popolazioni o gruppi di persone in stato di emarginazione in quanto espressione di valori culturali “fuori” dal circuito socio -culturale dominante, ricercando nuovi modi di relazionarsi tra le culture e tra i popoli nella convinzione che, ricercando e condividendo le situazioni limite, alternative, si possono trovare valori significativi nello sforzo di pacificazione dei popoli.La sua storia si è sviluppata negli anni soprattutto con le esperienze di cooperazione in Nicaragua, Guatemala, Nepal e Somalia e Romania. In questi Paesi si coopera affinché le comunità che vi abitano inventino proprie strategie di sopravvivenza. Lavorando nelle istituzioni, sul territorio, percorrendo insieme i sentieri del desiderio la cooperazione aiuta gli uomini a rimanere protagonisti della loro storia, rispettando l'abilità e l'intelligenza degli uomini e delle donne nell'ideare proprie forme di sviluppo e di crescita. In Italia la storia del GRT è intrecciata all'impegno professionale nei Servizi sociali e psichiatrici. |
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indice del volume |
Introduzione
Bibliografia Filmografia Indice dei nomi |
l'autrice |
Rosalba Piazza storica, ha lavorato in progetti di cooperazione in Guatemala. Attualmente studia i processi di idiolatria a Oaxaca (Messico) durante l'epoca coloniale.
Tra le sue pubblicazioni: Adamo, Eva e il serpente. L'idea di sessualità nel pensiero cristiano dalla Patristica a Tommaso d'Aquino, La luna, 1988. Colonizzazione ed Evangelizzazione, Dehoniane, 1992. |