Testo tratto dalla Prefazione di Gioia Olivastri:
Questo libro celebra Luca Signorelli nel suo cinquecentesimo anno dalla morte (1523-2023).Un anniversario che verrà ricordato in molte città d’arte. Infinite attenzioni verranno rivolte alla sua opera, in particolare nella sua città natale, Cortona, dove nacque intorno al 1450; purtroppo non si hanno notizie sulla data precisa poiché nell’agosto del 1569 un incendio distrusse gran parte dell’archivio del Comune. Studiò ad Arezzo, presso la bottega di Piero della Francesca. Tra i suoi amici due dei nomi più prestigiosi dell’arte rinascimentale, Perugino e Michelangelo, quest’ultimo suo grande ammiratore. Signorelli amava la natura, in tutte le sue forme. Gli piaceva stare all’aria aperta, possedeva diverse proprietà nella campagna sottostante Cortona, con annessi vigneti e oliveti. Il suo rapporto con Cortona fu importante e amorevole. Mostrò molta cura e gentilezza nei confronti della sua famiglia, della moglie Gallizia di Piero Carnesecchi e dei figli Antonio, Felicia, Tommaso e Gabriella. Prese parte alla vita cittadina come Priore per il Comune di Cortona e per la Confraternita di San Niccolò. Fu generoso verso la comunità, incaricando l’amico architetto, Francesco di Giorgio Martini, di realizzare il progetto per la costruzione della chiesa di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio. Con il passare del tempo sentì il bisogno di avvicinarsi alla fede. E questo lo portò a tessere un legame importante con la confraternita dei Laudesi di San Francesco e rapporti stretti con i frati francescani, che perdurarono fino alla morte. Nel solenne momento in cui scrisse il suo ultimo testamento, nella sua casa di via San Marco12, Signorelli volle infatti accanto a sé alcuni dei padri spirituali francescani. E fu quindi davanti a loro e alla presenza del notaio Niccolò Baldelli che il pittore modificò il suo testamento esprimendo la volontà di essere sepolto nella Chiesuola ubicata sotto la pavimentazione della navata della Chiesa di San Francesco a Cortona. Girolamo Mancini nel testo Cortona nel Medioevo riporta: “Li Signorelli aveva un sepolcreto dove nel 1506 seppellì la moglie Gallizia.” Signorelli non ebbe seguaci e, a questo proposito, mi pare interessante sottolineare un passaggio de “le Vite” di Giorgio Vasari in cui è scritto: “Il padre di Raffaello, Giovanni Santi che ospitò nella sua casa ad Urbino nel 1469 Piero della Francesca e il giovane Luca ebbe da dire che la sua personalità era alquanto peregrina, non facilmente inquadrabile”. Potrebbe essere un indizio importante la riflessione di Giovanni Santi, utile per capire come mai Signorelli non ebbe un degno successore. Aveva una Bottega con tanti apprendisti, allievi come il nipote Francesco Signorelli o Tommaso Bernabei detto Papacello. Ma nessuno mantenne viva la sua eredità. Nessuno provò a riprodurre quella “mano” diretta, possente, indomita e gentile, o quella maniera di porsi davanti al soggetto, nella rappresentazione artistica, dettata da un carattere solitario, indipendente, malinconico. Carattere che evidentemente impedì che neppure l’allievo migliore gli si avvicinasse tanto da cogliere il segreto dell’ardore con cui interpretava quei corpi vitali pieni di energia. Fu il primo Signorelli a disegnare soggetti dalle forme sinuose e dai volti veritieri, dalle espressioni aggressive e intense. Nei suoi affreschi la forma conquista lo spazio, il volume. Impossibile non ammirare il suo capolavoro, ne il Giudizio Universale nella Cappella Nova o di San Brizio, a Orvieto. Guardandolo si prova come uno smarrimento, lo stesso smarrimento che provò Freud nell’ammirarne la potenza. La sua tavolozza dai colori freschi e intensi descrive una natura delicata e oscura e in alcuni suoi dipinti, ad esempio l’Adorazione dei pastori, o in opere raffiguranti la Madonna con bambino, la speranza nella felicità oltremondana è simboleggiata attraverso i fiori, gigli, rose, viole, aiuole fiorite. Luca fu attivo in vari luoghi: Arezzo, Firenze, Urbino, Roma, Città di Castello, Morra, Perugia, Volterra, Lucignano, Loreto, Siena, Monte Oliveto, Orvieto, Cortona. Il suo apprendistato lo portò ad essere indipendente intorno al 1481, i primi successi arrivarono negli anni 1482-1486, durante l’esperienza romana, e le conferme nel periodo successivo, che lo vide lavorare nelle città di Firenze e Siena negli anni 1487-1490, in collaborazione con i Medici. Proprio dai Medici gli fu commissionato il quadro considerato non a caso uno dei più belli di tutto il Rinascimento. Si tratta de L’Educazione di Pan  o Corte di Pan, olio su tela, 194 x 257 cm., dal soggetto mitico e dalla forza pittorica arcaica. Signorelli ci mise tutto se stesso e compose un inno alla Grande Madre, in cui il dio Pan viene ritratto dai piedi di capra e dal vello animalesco, seduto solennemente nell’ora del tramonto e attorniato da varie figure intente ad ascoltare un discorso poetico sulla Natura, sulla sua bellezza immortale. Il critico d’arte Bernard Berenson scrive ne I pittori italiani del Rinascimento: “la Corte di Pan rientra in una visione filosofica, con un’iconografia diversa da quella abituale di fine Quattrocento. La bellezza della scena si impone in modo regale, sembra un dipinto incantato, sospeso, a rappresentare il potere della Natura come elemento misterico, in connessione con la spiritualità del Cristianesimo. La realtà dell’anima trova nell’Umanesimo una sua ragione di vita. E questo Signorelli lo apprese presto. Le sue figure di uomini e di donne così austere ma anche così gentili tracciano sempre una linea rossa tra lo spirito e la materia”. Il tema, di cui avevo già scritto nel libro Cortona e l’Umanesimo Ritrovato, fu caro ai filosofi ermetici, e credo sia interessante e curioso riassumere qui il testo di Lina Waterfield in Castle in Italy in cui la scrittrice descrive tutti i passaggi di proprietà del dipinto nei secoli. Dopo la morte del Magnifico il dipinto sparì dagli inventari per quasi due secoli, per riapparire come proprietà della famiglia Corsi, attraverso una sposa Medici. Il dipinto rimase appeso nel palazzo di via Tornabuoni a Firenze fino a quando il cardinal Cosimo Corsi dette disposizioni che le figure nude venissero dipinte (rivestite) e poi il quadro finì in una soffitta. Un altro cardinale Cosimo Corsi ebbe in eredità il quadro ed il restauratore di nome Tricca, cui aveva chiesto di verificare quali quadri di famiglia avessero bisogno di ritocchi, scelse tra vari altri anche quello di Signorelli. Rimosse la pittura che copriva i corpi nudi e ne parlò a Henry e Janet Ross che l’acquistarono intorno al 1790. Dopo di che decisero che il dipinto era di dimensioni troppo grandi e lo misero in vendita. Lo offrirono a sir William Boxall, direttore della National Gallery, che lo rifiutò valutando che l’eccesso di nudità non fosse adeguato al pubblico inglese. Il quadro arrivò infine a Berlino nel 1873, al Kaiser Friedrich Museum, e lì rimase fino a quando venne distrutto da un bombardamento durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1945. Oppure, come alcuni pensano, venne sottratto come bottino di guerra dai russi ed è tuttora custodito nei sotterranei del Museo Ermitage a San Pietroburgo. Il mistero che avvolge L’Educazione di Pan contribuisce forse alla sua fama, ma certamente alimenta soprattutto la speranza che un giorno si possa tornare ad ammirarlo.

indice del volume
  • Ringraziamenti
     
    Prefazione
  • Luca Signorelli – Una vita tra passione, armonia e libertà individuale
    Gioia Olivastri
  • Il pittore Alberto Burri e l’arte del Rinascimento di Piero della Francesca, Luca Signorelli e Raffaello Sanzio
    Bruno Corà
  • Luca Signorelli e Orvieto. Un’eredita di materia e spirito
    Alessandra Cannistrà
  • Il “compianto su Cristo morto” di Luca Signorelli ad Orvieto
    Noemi Grilli
  • Rivisitando Monte Oliveto
    Klaus Wagenbach
  • Influenze del Signorelli sulla pala Baglioni di Raffaello
    John T Spike

    Itinerario delle opere di Luca Signorelli esposte a Cortona : Museo Diocesano – MAEC, Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona – Chiesa di San Niccolò – Chiesa di San Domenico Chiesa Santa Maria delle Grazie al Calcinaio

  • La Fraternità di santa Maria e san Francesco di Cortona
  • Governance e funzioni tra XV e XVI secolo nelle fonti d’archivio
  • – I priori e i camarlinghi della Fraternita di Santa Maria e San Francesco di Cortona
  • – Testamenti di Luca Signorelli (18 marzo 1514 - 13 ottobre 1523)
  • – Il confronto tra i testamenti di Luca Signorelli
    Bruno Gialluca
  • Conversazione con Lyndall Passerini. Mezzo secolo trascorso all’interno di un palazzo del ’500
    Gioia Olivastri
  • L’Associazione Amici della chiesa di san Francesco a Cortona e i suoi intenti presenti e futuri
    Gioia Olivastri
  • Indice dei nomi



l'autore
Luca Signorelli